(E’ il gusto sublime dell’amore… la lente d’ingrandimento dei piccoli miracoli quotidiani…)
… perché il remo che disegna cerchi d’acqua nella notte,
simili a poesie di mare scritte dai pescatori del sud,
era solo legno marcio sbattuto sulla superficie del mare,
quando non lo vedevo nel controcanto dei tuoi occhi…
… perché il balcone del castello,
illuminato dall’abile barbaglio della luna,
dove tu con ansia attendi i miei ritorni,
nel fervido ritaglio di un’immaginazione condivisa,
non sarebbe che un esempio d’ architettura aragonese,
se tu non avessi aperto le tue labbra al perdono…
… perché quel taglio di luce che tace sul tuo viso,
amplificando il senso di una bellezza antica e rara,
sarebbe solo una crepa sulla persiana rotta,
se a guardarti non ci fossero i miei occhi clandestini,
mentre tu rubi l’ultimo sonno all’avido mattino…